La dignità dei militari Di Domenico Bilello (*)
Roma, 18 gen. 2012 - Con il nuovo governo di unità nazionale, che vede uniti sotto lo stesso tetto il diavolo e l’acqua santa (per la serie i miracoli esistono per davvero…) è stata rispolverata la necessità di ristrutturare gli organici delle FF.AA., che sarebbero non più sostenibili rispetto alle esigenze o per meglio dire le possibilità dell’Italia. Da quello che si legge sui media le FF.AA. dovrebbero subire un taglio di 30-40.000 unità per essere ridimensionate e snellite per divenire economicamente sostenibili ed efficienti. La cosa simpatica di queste dichiarazioni stà nel fatto che sono simili a quelle dei tempi dei governi tecnici Ciampi e Dini quando è stato stabilito l’abbandono graduale della leva e la professionalizzazione delle FF.AA. con il c.d. “primo professionale” allora l’esigenza era di poter permettere all’Italia di essere protagonista nella scena politica internazionale alla pari delle altre grandi nazioni. Evidenziando, che l’Italia in questi anni è riuscita ad essere una BIG grazie ai sacrifici e in alcuni casi con la vita dei militari che hanno partecipato a quasi tutte le missioni internazionali, che sono riusciti sempre ed in ogni caso ad ottenere le lodi per l’efficacia e l’efficienza del modo tutto Italiano di andare a casa altrui, che ricordiamo non è stato mai considerato un invasore, un intruso ma semplicemente un rispettoso amico che cerca di interporsi tra le fazioni che si sono date battaglia. Questo approccio definito
sottovalutano per la pochezza della loro storia o della loro cultura. Per dirla tutta quando i romani utilizzavano il vespasiano nel mondo gli altri popoli conoscevano solo i cespugli. Chiarito che non dobbiamo prendere lezione da nessuno, ma semmai possiamo insegnare la prima cosa da dire sull’argomento esuberi delle FF.AA. è che questi servitori dello Stato sono gli stessi che hanno permesso alla Nazione di fare la politica estera negli ultimi 20 anni quindi meritano molto rispetto quando si parla di loro! Essi caro Prof. Monti, sono gli stessi abituati da sempre alla convivenza con i tagli ed i sacrifici, anche perché tranne per qualche eccezione gli stipendi dei militari sono molto ma molto bassi, quindi riuscire ad arrivare alla fine del mese è nei fatti una missione, vivono un poco meglio quelli che rischiano la vita all’estero, ma nessuno regala niente… quante separazioni, quanti problemi con i figli… ed i rischi…. Questi servitori dello Stato, chiamati di notte a raccogliere la spazzatura, il fango o dare il contributo con strade sicure rappresentano un baluardo sempre e comunque per il popolo italiano, quando in Italia tutto fallisce si chiama l’Esercito, la Marina o l’A.M. che in silenzio senza clamori
stessa vita, il suo stesso modo di affrontare i problemi della vita è appunto di tipo militare, ovvero con un geloso attaccamento verso dei valori che la società italiana da anni ha purtroppo abbandonato. Questa è nei fatti la specificità, che è stata riconosciuta come principio di legge ma viene purtroppo ignorata troppo spesso da chi ha il dovere di rispettarla per primo. Quindi, è il militare che sopra abbiamo cercato di definire che oggi viene considerato un peso, un esubero per lo Stato e come tale va ricollocato. Ma dove? Di sicuro non si può pensare come sottovoce si dice di togliergli l’uniforme e di metterlo dietro una scrivania come un dipendente qualunque dello stato, perché semplicemente è un Militare! Lei prof. Monti si immagina di essere ricollocato come militare? E’ chiaro che se di esubero si tratta il personale interessato deve avere tutti quei strumenti di incentivo che hanno permesso in altre amministrazioni nel recente passato di mantenere la DIGNITA’. Vostro Domenico Bilello |