Gruppi sportivi militari: è polemica per il ‘passaggio’ di atleti in vista delle Olimpiadi. La Polizia Penitenziaria annuncia l'arrivo in squadra di 15 nuovi campioni per 11 diverse discipline - tra loro Aldo Montano, Clemente Russo e Vincenzo Mangiacapre - e scoppia il caso
Roma, 8 gen. 2012 - Per il capo ufficio collegamento tra le Forze armate e il Coni "è un segnale negativo che fa male allo sport italiano". Condividi
“Il passaggio di atleti tra i gruppi
sportivi militari non può essere considerato
un segnale positivo per lo sport italiano.
Si sceglie un atleta che ha già un percorso
sportivo, invece di privilegiare l’ingresso
di nuove professionalità. Chi ci rimette è
tutto il movimento, che non si sviluppa come
potrebbe”. Parola del generale Rinaldo
Sistili, capo ufficio collegamento tra le
Forze armate e il Coni, che a
ilfattoquotidiano.it spiega perché si
dovrebbe regolamentare in modo diverso il
trasferimento degli atleti made in Italy da
un’arma all’altra.
sarà più
chiara. La via d’uscita arriva dal generale
Sestili: “Abbiamo preparato un progetto da
presentare alle federazioni. Crediamo
sarebbe opportuno inserire nei loro statuti
il vincolo della richiesta del nulla osta
per il trasferimento degli atleti. Civili o
militari, senza alcuna distinzione. Anche se
per i civili in buona parte questa norma è
già prevista, mentre non lo è affatto per i
militari. Certo, non possiamo limitare la
libertà delle persone, che sono libere di
partecipare ai concorsi che desiderano, ma
da qualche parte bisogna pur iniziare”.
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