Difesa, Di Paola in commissione: acquisteremo solo 90 F-35, in dieci anni 43mila dipendenti in meno
Roma, 15 feb. 2012 - Nei tagli
generalizzati alla spesa pubblica
rientrano anche i costi per la Difesa.
"I sacrifici, le riforme, i cambiamenti,
le innovazioni che il governo propone
agli italiani non ci vengono imposti
dall'Unione Europea, ma sono processi
che servono all'Italia per essere più
europea. Una volta Antonio Gramsci
disse: per essere cosmopoliti bisogna
prima avere una patria". Cita il
filosofo comunista Giampaolo Di Paola
per illustrare la necessità di rivedere
lo strumento militare italiano al fine
di adeguarlo agli standard europei e
alle risorse disponibili. Il ministro
della Difesa ha appena finito di
illustrare il suo progetto in Consiglio
dei ministri. In conferenza stampa non
ha fatto numeri, ma ha chiarito il senso
con una battuta: "Meno generali, meno
ammiragli, più operatività e
tecnologia". Questa mattina poi,
parlando davanti alle Commissioni
congiunte di Camera e Senato, il
ministro-generale ha illustrato quello
che è il piano di ristrutturazione del
governo contenuto in un disegno di legge
che passerà al vaglio del Parlamento, e
che comprende misure che vanno dai tagli
al personale per finire alla riduzione
della contestata commessa degli F-35.
Taglio dell'acquisto di 40
velivoli - Partendo dai
velivoli da guerra, invece dei 131
previsti dal programma Joint Strike
Fighter, l'Italia rinuncerà all'acquisto
di 40 caccia bombardieri. La componente
aerotattica, ha sottolineato Di Paola,
"é irrinunciabile: ora è assicurata da
Tornado, Amx e Av-8B, che nell'arco di
15 anni usciranno per vetustà dalla
linea operativa. Saranno sostituiti da
Jsf, che é il miglior velivolo in linea
di produzione, nei programmi di ben 10
Paesi". L'Italia, ha aggiunto, "ha già
investito 2,5 miliardi di euro. Ci
eravamo impegnati ad acquistarne 131,
ora il riesame del programma ci porta a
ritenere perseguibile l'obiettivo di 90
velivoli, un terzo in meno".
"Acquisteremo 90 velivoli"
- "Il Joint Strike Fighter Jsf è il
miglior velivolo aero-tattico in via di
sviluppo, ed è nei programmi di 10
paesi. Consentirà una straordinaria
semplificazione operativa dello
strumento militare", ha commentato Di
Paola, ricordando che la scelta di
puntare sui caccia F-35 "consente di
ridurre linee aero-tattiche da tre a
uno".
previsione "si potrà raggiungere
l'obiettivo", "attraverso la riduzione
degli ingressi del 20-30%, la mobilità
verso altre amministrazioni,
l'applicazione di forme di part time".
Per ammiragli e generali, ha aggiunto,
"ci sarà una riduzione superiore del
30%. E' un percorso doloroso ma
inevitabile".
Riduzione del 30 per cento delle
strutture della Difesa - In 5-6
anni, inoltre, ha rilevato, "ci sarà
anche una riduzione del 30% delle
strutture della Difesa". Per
modernizzare lo strumento militare
operativo con le ridotte capacità
finanziarie disponibili "è necessario
ridurre le ambizioni dello strumento
stesso, che dovrà essere più piccolo ma
operativamente più efficace". Ci
saranno, dunque, "meno unità, meno
piattaforme, meno mezzi, ma
tecnologicamente più avanzati, realmente
proiettabili e impiegabili, sostenuti da
più risorse per l'operatività", ha
aggiunto il ministro.
Componente terrestre: brigate da
11 a 9 - Per quanto riguarda la
componente terrestre, "si ridurranno le
brigate di manovra da 11 a 9, la linea
dei mezzi pesanti, la linea degli
elicotteri". Ci sarà anche un taglio di
"un numero significativo di unità per il
supporto al combattimento e logistiche",
ha precisato Di Paola. Per la componente
marittima, "si contrarranno le linee
dell'unità di altura e costiere": i
pattugliatori, ad esempio, si ridurranno
da 18 a 10. E poi ci sarà una riduzione
di "cacciamine e sommergibili, da 6 a
4", ha insistito il titolare della
Difesa. Fonte:
http://notizie.tiscali.it
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