Mobbing, per l’Esercito non esiste... E tanti casi restano impuniti
Roma, 21 mar 2012 - "Il 7 per cento dei casi di vessazione sul lavoro si verifica nel settore Pubblica amministrazione-Difesa". Ma è difficile stabilire il confine tra disciplina e abusi. I casi del generale dei carabinieri emarginato dopo aver denunciato alcuni colleghi e la giovane sottufficiale di Marina vittima di presunta violenza sessuale. Il Partito per la tutela dei diritti dei militari solleva il caso in un convegno alla Camera. CondividiIl mobbing è brutto ed è
un’esperienza che qualsiasi
lavoratore vorrebbe non vivere mai
sulla propria pelle. Ma c’è
un’ulteriore ‘beffa’ che vede
protagonisti i militari: a loro non
viene riconosciuto, e quando accade,
si finisce con l’essere riformati e
perdere il lavoro. Uno dei problemi
principali è che in un sistema
basato sugli ordini e il comando, il
confine con la discriminazione e la
vessazione a volte è molto labile, e
riconoscerlo potrebbe portare a un
sovvertimento dell’intero ordine
militare. Il problema è emerso ad un
convegno organizzato alla Camera dal
Partito per la tutela dei diritti
dei militari (Pdm) proprio sul
mobbing in uniforme.
della legione Trentino, nonché
presidente del Coir (uno dei livelli
della rappresentanza militare) fino
al 2008. I suoi problemi sono
iniziati dopo aver denunciato, come
racconta il suo avvocato
Marco Napoli, “alcuni
ufficiali e un maresciallo sia della
sua legione che del Coir, per vari
reati. Tutte queste persone – spiega
Napoli – sono state rinviate a
giudizio, mentre a Finelli, dopo
queste segnalazioni, è stato tolto
il comando, ed è stato trasferito
alla divisione Unità speciali, con
il ruolo di vicecomandante, dove è
privo di mansioni, e il comando è
affidato ad altri suoi sottoposti”.
considerato inferiore”. |