Afghanistan: colpi di arma da fuoco contro Bruno, il cane soldato di Bala Murghab
<<La notizia risulta inosservata da quasi tutta la stampa nazionale? Non da noi, perchè il valore e l'amicizia non si misurano dal numero delle "zampe">> Condividi Roma, 18 gen. 2012 - Chi ha ferito Bruno è come se avesse ferito un soldato italiano. Perché Bruno non è solamente il cane della base italiana di Bala Murghab, nel nord dell’Afghanistan. È molto di più. Per i militari italiani è un amico, un compagno, un soldato a quattro zampe. È uno di loro. Non verrà diramato nessun comunicato ufficiale di quanto accaduto. Non ne parleranno i tg. Non ne daranno conto le agenzie di stampa. Domani non lo leggeremo sui quotidiani. Eppure l’attentato a Bruno per i soldati di fob Columbus rappresenta un gesto gravissimo e deprecabile. Probabilmente nessuno saprà mai chi è stato. Vigliaccamente qualcuno oggi ha sparato al cane dei soldati italiani che si era allontanato da fob Columbus per una passeggiata nei pressi del villaggio di Bala Murghab. Forse è stato un abitante della zona a tentare di ucciderlo così barbaramente. Ma Bruno è un tipo tosto. Ha tempra forte. Da piccolo gli afgani gli spezzarono le zampe ma è sopravvissuto ed è diventato un animale robusto e possente. Oggi, per la seconda volta, qualcuno ha attentato alla sua vita. Una fucilata che avrebbe potuto ucciderlo. Sparata a tradimento come fanno i cecchini con le proprie vittime. Sparata da un vigliacco che ha colpito ed è fuggito.
e ha preso un paio di chili di peso a causa della processione di visitatori che gli portano cibo. Non sarà mai abbandonato come non sarebbe stato abbandonato uno di noi”. E come quando viene ferito un militare tutti si uniscono attorno a lui in un abbraccio corale così è accaduto per Bruno. Alla rabbia per quanto accaduto si aggiunge la speranza che torni presto a gironzolare per la base. Anche perché i soldati di Bala Murghab non aspettano altro che rivederlo in piedi, all’ingresso della base, ad attendere il loro ritorno quando rientrano dalle pattuglie a bordo dei Lince. Come ha sempre fatto ogni giorno, per due anni. E come continuerà a fare ancora per molto non appena le ferite si saranno rimarginate. Fonte: www.italnews.info di Ebe Pierini
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