R. C. - 4
gennaio 2012 - Sembrerebbe una
bufala attendibile quanto la profezia
dei Maya, invece è vero. L’Arma dei
carabinieri in un futuro più o meno
prossimo, ma certamente non remoto, è
destinata ad un inevitabile scioglimento:
Benemerita addio, è solo questione di
tempo e di trattative politiche.
A molti verrà un groppo
in gola, sono già entrati nella storia il
gruppo leggendario Crimor,
appartenente al Ros, protagonista
dell’arresto del capo dei capi, Totò Riina,
capitanato da Ultimo, o le investigazioni
scientifiche del Ris agli ordini
colonnello, ora generale in congedo, Luciano
Garofalo, per non parlare del delizioso ‘I
racconti del maresciallo’ di Mario Soldati.
Un colpo di spugna sui
militari caduti in servizio, ma pure sulla
figura paciosa e tranquillizzate del
maresciallo comandante della stazione
di paese, autorità riconosciuta insieme al
sindaco e al farmacista, un pò buon padre di
famiglia, un pò tutore della legge, filosofo
e psicologo, che sapeva dosare perfettamente
il bastone e la carota.
Sono annosi ormai i
richiami del ministero dell’Interno in
merito alla necessità di una riforma che
veda una reale unificazione delle Forze
di Polizia con il contestuale passaggio
dell’Arma alle dipendenze di tale dicastero.
Al contempo, si susseguono le esternazioni
in senso contrario del ministro della difesa
che giura, invece, che i carabinieri
resteranno alla Difesa. Versione non del
tutto inesatta, i carabinieri in quanto
tali, sopravviverebbero con un’aliquota
destinata a supportare le nostre missioni
all’estero con compiti di polizia militare.
Secondo la Ue e il
ministero dell’Interno la militarità
dell’Arma non è quindi vista come necessità
di combattere più efficacemente la
criminalità, dal momento che il codice di
procedura penale stabilisce modalità di
intervento uguali per tutte le Forze di
Polizia, aggiungendo che non è ammissibile
che le stesse forze dell’ordine si occupino
di ordine pubblico dipendendo da
amministrazioni diverse.
Per arrivare ai colpi
bassi, ossia ai dubbi sull’efficienza
dell’Arma, voci neanche troppo di corridoio
sostengono che con lo scioglimento
dell’Arma si spezzerebbe ogni legame con la
difesa che, sempre stando a queste voci, in
maniera soffocante e per quasi duecento
anni, ha condizionato destini, carriere ed
efficienza di una forza armata che,
nonostante il suo impegno, vede da sempre
intere regioni ancora sotto il controllo
della criminalità organizzata.
Europa solo la Francia,
con la Gendarmerie Nationale, ha una forza
di polizia paragonabile ai nostri
carabinieri ma con alcuni tratti distintivi
essenziali: il Capo del Corpo è un Direttore
civile, i compiti sono nettamente distinti
da quelli della Police Nationale per aree
territoriali di competenza e per
specializzazioni.In Olanda, la Koninklijke
Marechaussee, oltre ai compiti di polizia
militare ha solo compiti di polizia di
frontiera. In Belgio, la Gendarmerie è stata
sciolta ed è confluita nella Police
Nationale. In Spagna, la Guardia Civil, un
Corpo di polizia a ordinamento militare, ha
tuttavia un Direttore civile.
Questo è un prezzo da pagare alla
globalizzazione, ma un maresciallo di lungo
corso con rassegnazione confessa “Siamo
disamorati, ma io un’altra divisa che non
sia quella dell’Arma, non la indosserò mai”.
E’ comunque difficile immaginare un’Italia
senza carabinieri, foss’anche solo per le
barzellette. Fonte:
www.articolotre.com