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"Niente soldati di leva nelle missioni"
Il Nuovo

 

Il presidente della Commissione Difesa della Camera annuncia che martedì presenterà un documento della Nato sui rischi dell'uranio impoverito. L'Sideweb denuncia intanto un nuovo caso sospetto.

MILANO - "Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano che le missioni internazionali di pace sono sconsigliabili per i militari di leva, sia per via dell' addestramento sia per l'assunzione dei rischi". Lo ha detto il presidente della commissione Difesa della Camera, Valdo Spini, commentando la vicenda dei proiettili all'uranio impoverito.  Parlando poi del ruolo dell'Italia all'interno dell'Alleanza atlantica, in riferimento anche alla vicenda dei rischi di collissioni tra aerei civili e militari venute alla ribalta nei giorni scorsi, Spini ha sottolineato che "nella Nato siamo soci fedeli ma - ha aggiunto - dobbiamo anche essere soci paritari. La nostra è un'Italia adulta che ha diritto ad essere rispettata, non siamo più negli anni cinquanta".

"Ho ricevuto dalla Nato un documento del primo luglio 1999, - ha aggiunto Spini - con il quale si avvertono i Paesi dell'alleanza dei rischi connessi all'utilizzo dell'uranio impoverito". Spini, che non ha dato ulteriori particolari, ha annunciato che il documento Nato verrà presentato martedì prossimo in commissione difesa della Camera. Il parlamentare ha affrontato il tema a margine di una conferenza stampa a Padova, per presentare lo sviluppo del ruolo logistico della città all'interno della Regione Militare Nord.    "Sappiamo - ha aggiunto Spini - che sull' uranio impoverito non c' è ancora una verità con la 'v' maiuscola, assodata scientificamente. Però l'Italia ha fatto molto, dato che ha ottenuto la costituzione di un comitato scientifico a livello Nato. C'é poi un'indagine conoscitiva aperta a livello di commissione difesa per la quale sto raccogliendo alcuni documenti". 

Un nuovo caso denunciato. Il caso di un altro militare morto per presunta contaminazione da uranio impoverito è stato denunciato oggi. Parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa della "Rete abolire l'uranio impoverito", composta da numerose associazioni ,ha detto che la segnalazione proviene dai genitori del giovane militare, che non ha mai prestato servizio nei Balcani, ma è stato impiegato in un poligono della Sardegna. Proprio in questi poligoni "è probabile - si ipotizza - che sia stato fatto uso di proiettili all'uranio impoverito".    La morte risalirebbe a"diversi anni fa", secondo militari.org, che si riserva di fornire nei prossimi giorni ulteriori particolari sull'episodio.

(13 GENNAIO 2001, ORE 19:30)
 

 
 

 


 

 

 

 

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