LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
20/05/20032

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Provata la «sindrome dei Balcani»
Confermato dalle analisi: c'era uranio nei tessuti dei militari morti al rientro dal Kosovo


BARI Il legame tra l'uranio impoverito e i linfomi che hanno causato il decesso, finora, di 16 militari italiani impegnati in Kosovo, finalmente c'è. La notizia arriva da Modena dove la dottoressa Elisabetta Gatti, nell'ambito di un progetto europeo sulle nano patologie, ha comunicato l'esito delle analisi effettuate sul midollo osseo di Corrado di Giacobbe, 24 anni, caporalmaggiore degli alpini, originario di Vico del Gargano, morto l'anno scorso nella sua casa di Ferrara.
Nei tessuti esaminati sono state individuate micro particelle sferiche, 10mila volte più piccole della punta di un ago, tipiche della nebulizzazione dell'uranio. Durante la guerra contro la ex Jugoslavia - secondo gli esperti - la Nato avrebbe impiegato 50mila tra proiettili e bombe confezionati con questo elemento necessario a perforare le corazze dei carri armati.
I risultati sono stati confermati anche dal maresciallo Domenico Leggiero, responsabile dell'Osservatorio militare che da anni chiede il riconoscimento per i nostri soldati colpiti dalla «Sindrome dei Balcani», di cause di servizio e pensioni privilegiate.
«La scoperta - dice il sottufficiale - apre nuovi scenario medico scientifici e giuridico legali sulla vicenda. Innanzitutto viene rimesso in discussione il lavoro della commissione parlamentare Mandelli che trovò solo "un significativo eccesso di linfomi di Hodgkin rispetto alla media". Poi si riaprirà il capitolo delle responsabilità istituzionali. Che l'uranio impoverito fosse pericoloso, si sapeva da tempo. Perché allora non sono state prese le necessarie precauzioni? Qualcuno deve rispondere a questa inquietante domanda. Già nel dicembre del 1980 gli americani avevano le prove dei rischi di contaminazione. Tant'è che usavano mascherine, guanti e tute protettive. E più volte hanno sollecitato i nostri militari a osservare le stesse precauzioni. Invece, niente».
Secondo le ultime statistiche, oltre ai 16 decessi, ci sarebbero 67 malati e 12 bambini nati con malformazioni genetiche da altrettanti genitori che hanno prestato servizio nei Balcani.
Intanto, sugli ultimi aspetti della storia andrà in onda oggi (7,30) su Rai News un ampio servizio.

Gaetano Campione

http://www.gdmland.it/QUOTIDIANO/2005/PUGLIA_&_BAS/NZ05/A09.asp 
 

 
 

 


 

 

 

 

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