<<MARESCIALLI
DA ROTTAMARE?>>
Riceviamo e pubblichiamo la
risposta di un Maresciallo degli Alpini al Giornalista Emilio
Gioventù per il suo articolo uscito sul giornale Italia Oggi del
giorno 9/3/2007.
La lettera e' firmata.
Sideweb, 4/5/2007
LA LETTERA
MARESCIALLI DA ROTTAMARE?
a cura di l.e.
Sono un
Maresciallo delle Truppe Alpine, ho 46 anni, sono laureato,
assolvo nell'ambito del mio Reparto un incarico dove sono
richieste
competenze per le quali occorre stare al passo con le nuove
tecnologie e sò che come me, molti altri colleghi, anche più
anziani, offrono all'Amministrazione a cui appartengono un
contributo di professionalità che permette
all''istituzione di funzionare al meglio.
Pertanto,
contrariamente a quanto molto poco deontologicamente ha
affermato il giornalista Emilio GIOVENTU' sul giornale
"Italia Oggi" del 9 marzo 2007 non mi sento un Maresciallo
da "ROTTAMARE" ed aggiungo che semmai il Capo di Stato
Maggiore dell'Areonatuca avesse fatto un esempio "poco
calzante", perchè il problema non sta nel ruolo
Marescialli, ma è trasversale ( ci sono infatti Generali,.
Colonnelli, Ten. Col. ed anche Marescialli in esubero
rispetto agli organici), sono certo che il suo sentire,
immaginando un maresciallo di 57 anni che corre per le strade di
Kabul, non era di portare discredito al ruolo dei
Marescialli, che tanto oggi come ieri hanno fatto e
continuano a fare, costituendo una componente vitale delle
nostre FFAA tanto da essere richiamata più volte dalla
storiografia militare come "la spina dorsale delle FFAA", ma
piuttosto quello di sollecitare la Commissione Difesa
affinché siano destinate più risorse in un settore tanto
vitale da garantire quella pace e sicurezza che soltanto
ieri il Capo di Stato Giorgio Napolitano richiamava
all'attenzione di tutti, ed in particolare al "mondo della
politica", perchè vitale per il benessere, la prosperità e
la pace tra i popoli.
L'esigenza del
giornalista Emilio GIOVENTU' di voler attrarre ad ogni
costo l'attenzione dei lettori con un titolo che suscita
curiosità,
scherno, disprezzo, è puerile, e ben si calza al nome che lui
porta. Il
titolo di quell'articolo mortifica migliaia di soldati e offende
la loro
dignità. Molti di essi stanno in questo preciso momento
garantendo quella sicurezza che è essenziale alla comunità
internazionale affinchè si avvii un processo di pace e di
sviluppo in molti martoriati paesi di questo mondo, ma il
titolo dell'articolo è soprattutto infelice se si rapporta
alle vittime, ai quei marescialli caduti nell'assolvimento della
loro missione.
Sugli altri
temi affrontati in modo più o meno superficiale dallo stesso
giornalista posso aggiungere soltanto questo: le Forze Armate
sono lo specchio della società in cui viviamo. Se si
vogliono FF.AA. giovani, si doveva mantenere la leva, con
tutti i limiti che essa ci imponeva. Se si vogliono FF.AA.
professionali NON E' assolutamente vero che un'eta media
di soldati di 35-40 anni è un problema. Al contrario, la
professionalità non sta nel giovane di 20-25 anni, ma nel
soldato "maturo", soprattutto laddove il compito delle
nostre FFAA è quello di svolgere operazioni per le quali
la caratteristica che premia non è l'impulsività tipica di un
giovane, ma l'esperienza e il buon senso di chi ha maturato nel
suo percorso di vita e professionale un equilibrio che
garantisce l'istituzione, ed implicitamente il nostro
Paese, quando si colloca come arbitro tra contendenti a
cui basta poco per provocarne la reazione. In ogni caso non sta
a me decidere che tipo di FFAA vuole questo Governo.
Indubbiamente
il problema di quali FFAA si vuole è un problema atavico,
del quale non ho memoria che si sia mai raggiunto un obiettivo
condiviso dai governanti di ieri e di oggi. Lutwak, noto
consulente di strategia militare del Pentagono, in una sua
opera della fine anni '80, " Strategia della Vittoria" si
poneva anch'egli il problema, e lo affrontava tra le tante
cose, anche in termini di " ufficiali burocrati - ufficiali
guerrafondai". In sostanza persino gli Stati Uniti d'America, la
più grande potenza militare al mondo, si poneva il
problema dell'efficienza di un apparato militare che deve
"soffrire" l'handicap di una considerevole componente di
militari destinata a svolgere mansioni burocratiche
piuttosto che essere impiegata per la peculiare attività
operativa.
Condivido
quindi le considerazioni del Generale Camporini quando pensa che
si debbano riconvertire molti ufficiali e marescialli che per
età potrebbero non essere più al "top" della loro capacità
operativa ed aggiungo che ancora meglio sarebbe separare,
scindere nettamente tra ambiti tecnico-amministrativi a
cura esclusiva di personale civile ai vari livelli,
svincolato da ogni dipendenza dagli organi militari, per
garantire ancora di più risorse all'apparato militare "strictu
senso" e maggiore efficacia e trasparenza nella gestione
delle risorse, lasciando l'onere dell'impiego ai militari
che sperimentando sul campo equipaggiamenti, mezzi e
tecnologie potrebbero trovarsi autenticamente nella
condizione di pretendere il meglio senza doverne rendere conto,
come accade oggi, ai loro stessi diretti superiori.
In merito poi
alle scarse motivazioni di cui il Generale Vincenzo
Camporini parlava riferendosi ai marescialli anziani, posso
soltanto dire che talvolta effettivamente si manifestano,
poichè nell'ambiente militare, per talune categorie non vi
sono incentivi. Tuttavia voglio ricordare, a proposito di
Marescialli da "rottamare" che molti di loro sono esperti
piloti e collaudatori di elicotteri, di aerei dell´Aviazione
dell´Esercito, di moderni apparati delle comunicazioni,
programmatori di sistemi informatici, ed anche istruttori
di paracadutismo, di sci, di alpinismo, di bonifica
ordigni esplosivi, otre che svolgere delicati compiti in
attività tecnico amministrative. Ciò nonostante soltanto gli
Ufficiali godono di incentivi legati alla carriera ed al
trattamento economico. Per i Marescialli vecchia
generazione, seppur laureati, o particolarmente
competenti, come ho poc´anzi richiamato, non vi è alcuna
possibilità di elevarsi come status. Ma i Marescialli sono e
continuano ad essere un punto di riferimento per tutti
all'interno dell'Istituzione, tanto per i volontari quanto
per gli Ufficiali e questo il Gen. Camporini ben lo sà, ed è per
questo che converrà con me che il plauso va
soprattutto a chi opera con abnegazione pur sapendo che nulla in
più gli verrà dato.
Chissà se
qualche legislatore sensibile a questa problematica vorrà creare
le condizioni perché vi siano incentivi anche per noi.
lettera firmata
l.e.
SideWeb, 4/5/2007
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