<<CONVEGNO DEL 27 GENNAIO
2007>>
LA RELAZIONE
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LA RELAZIONE
A cura di Marcello Miceli, per
Sideweb
Come già annunciato la settimana scorsa, sabato 27 gennaio 2007
si è tenuto un convegno presso la Sala del Consiglio di Marghera
(VE) dove si è discusso di “Professione Militare”, alla presenza
dell’On. CREMA Giovanni, membro della IV Commissione Difesa –
Camera dei Deputati – che ha voluto chiudere l’incontro con un
serio impegno da parte sua di intervenire nelle sedi opportune
in maniera quanto mai incisiva sui reali problemi che turbano la
vita di un soldato, cercando di dare più ascolto alle voci di
disagio che vogliono rappresentare la condizione attuale della
società militare.
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Il dibattito si è rivelato
estremamente interessante spaziando tra i vari argomenti che
hanno conquistato la platea, peraltro molto nutrita. Gli
stessi partecipanti hanno avuto la possibilità di potersi
confrontare con l’onorevole e con i vari relatori al fine di
poter esprimere direttamente il malessere personale
derivante |
dalla propria
condizione di “cittadino in uniforme”. |
Si è discusso di Rappresentanza Militare
e dei limiti che l’attuale sistema pone quale strumento di
tutela della categoria, nonché di diritti e di carriere,
argomenti altrettanto scottanti in quanto poco salvaguardati.
Inoltre, è stato dato spazio alla problematica degli alloggi,
dove l’intervento dell’On. CREMA ha inteso segnalare di essere
vicini ad una svolta per tutto ciò che riguarda la logistica.
Tale questione infatti è nelle mani dell’On. Emidio CASULA,
sottosegretario alla Difesa e collega di partito, che ha la
delega di occuparsi di alloggi di servizio, di stato giuridico e
di sanità.
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Anche quest’ultimo aspetto è stato toccato durante
l’incontro, avendo individuato una Sanità militare
dall’apparente “forma ottocentesca”, poco confacente con le
esigenze di ciò che dovrebbe rappresentare un esercito
moderno e poco integrata col Servizio Sanitario Nazionale.
Il parlamentare presente in sala ha aggiunto che proprio la
Sanità e la Rappresentanza costituiscono due partite aperte
che saranno oggetto di prossima discussione in sede
parlamentare. Attenderemo gli eventi! |
Momenti importanti del dibattito sono
stati occupati dai due relatori esperti in legislazione
militare, invitati ad occuparsi di integrazione nel territorio,
problema da prendere in seria considerazione visto che la
maggior parte degli appartenenti alle Forze Armate provengono
|
dai territori del sud e si
ritrovano talvolta spiazzati dalla notevole differenza di
ambiente, abitudini e rapporti sociali con i quali si
ritrovano a convivere, e della figura del volontario e del
suo particolare status di “precario in divisa”: cittadini
sofferenti che rappresentano la colonna portante
della struttura militare ai
quali |
troppo poco
tempo la politica gli concede per occuparsi ragionevolmente
delle loro aspettative e dei loro diritti.
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Ne scaturisce una categoria
priva di ogni forma di tutela che spesso si sente “abusata”
proprio dalle loro stesse istituzioni. Molto interessante,
infine, l’intervento di una psicologa che, nella proposta di
attivarsi affinché si riescano ad organizzare “asili nido”
utilizzando infrastrutture poste all’interno delle
installazioni militari, si è voluta |
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soffermare sulla
particolare figura della “paternità”, posizione resa più
complicata dalla particolare condizione di indossare
un’uniforme.
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L’aspetto che sembra aver
contraddistinto l’incontro di sabato scorso rimane,
comunque, quello di aver evitato, per una volta, di
nascondersi dietro alla – seppur indiscutibile - grave
situazione finanziaria in cui vertono le nostre Forze
Armate volendo soffermarsi su come fronteggiare tale crisi
e quali |
sforzi opporre
per migliorare la condizione dei militari italiani.
D’altro canto riteniamo che ogni
tentativo diventa progetto
quando non si alimenta di desideri effimeri o di
aspettative totalizzanti ma ha il coraggio di misurare le
speranze con la realtà, per farla scendere a patti e
modificarla del poco o tanto consentito. |
Sicuramente, la nostra visione di “realizzazione” è
rappresentata dalla futura vittoria dei militari, intesi come
uomini lavoratori che, dopo un quarto di secolo di apparente
protagonismo, si scoprono all’improvviso “vittime”; vittime di
una politica a cui, forse, hanno avuto il torto di assistere
senza partecipare. Categoria fiduciosa e spesso blandita,
confinata nel quotidiano delle caserme, rassegnata a saggiare la
realtà attraverso l’interfaccia illusoria e bugiarda del
televisore o di altri organi d’informazione per il tramite di
coloro che si ergono ope legis a rappresentarla.
Categoria per molti aspetti impotente che non reagisce.
Schiacciata sotto il peso di un passato che rendeva difficile
immaginare un futuro, deve prendere atto che la vita, la vita
associata, la vita politica, non finisce davanti ai cancelli di
una caserma.
E dovrebbe essere la stessa
politica, prima di tutti, a dargliene opera.
Invariabilmente, però, questa politica ha avuto sempre il
fiato corto e lo sguardo miope. Ha guardato sempre più
all’oggi, senza preoccuparsi del domani, guidata solo da
preoccupazioni elettorali a breve. Di volta in volta,
secondo le convenienze e gli opportunismi del momento, si
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è preoccupata,
barcamenandosi come poteva tra
interessi frammentati e
concorrenti, di tutelare una parte a discapito dell’altra.
Vi sono dubbi su questa rappresentazione? E’ realizzabile un
cambiamento di rotta rispetto a questo status di cose e
credere nella politica del futuro? |
Con questa conclusione intendiamo esprimere il nostro profondo
convincimento che, a prescindere da ogni cosa, al soldato
italiano gli va riconosciuto, da parte della politica tutta, il
“diritto di precedenza”.
Per
l’occasione infine, va dato atto all’On. CREMA che la propria
risposta non si è fatta attendere. Egli infatti sembra di aver
condiviso in toto, con il numeroso pubblico presente,
questa esigenza, prendendosi il solenne impegno di trasformarla
in priorità.
Ora, come già accennato in precedenza,
rimaniamo in attesa degli sviluppi futuri!!!
Miceli Marcello – per
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SideWeb, 3/2/2007
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