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ARTICOLO/APPROFONDIMENTO SUGLI
ALLOGGI DELLA DIFESA, DAL TITOLO: I CONTI NON TORNANO. DI ANTONELLO
CIAVARELLI, DELEGATO CO.CE.R. MARINA MILITARE.
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ALLOGGI DELLA DIFESA:
i conti non tornano
A cura di Antonello Ciavarelli, delegato del Co.Ce.R.
M.M.
Sono in corso presso lo Stato
Maggiore della Difesa i lavori per la stesura della bozza del Decreto
Ministeriale in materia di alloggi, prevista dalla scorsa legge
finanziaria 2008 all’art. 2, commi dal 628 al 631. Avendo
partecipato personalmente a vari incontri, in qualità di delegato
Co.Ce.R., sono testimone che gli obiettivi di questa norma sono
principalmente sociali, quelli di non creare speculazioni e
contestualmente essere di stimolo per un circolo virtuoso per l’economia
edilizia militare abitativa.
Con delibera del 18 marzo u.s. il Co.Ce.R. Comparto
Difesa ha espresso il proprio parere contrario alla bozza, sia su aspetti
tecnici (come ad esempio gli elenchi degli immobili da vendere) e sia per
la mancanza del programma pluriennale infrastrutturale sul quale il
Co.Ce.R. si deve esprimere così come prevede la stessa legge.
Inoltre con la legge
537/93 e la successiva legge 724/94 venivano elevati ad equo canone i
proventi degli utenti, che cessati dal titolo concessorio, venivano
chiamati conduttori e: “fermo restando per l’occupante l’obbligo di
rilascio, viene applicato anche se in regime di proroga un canone
maggiorato” del 20% e del 50% a seconda del reddito. Inoltre la stessa
legge recita: “l’Amministrazione della Difesa ha facoltà di concedere
proroghe temporanee secondo le modalità che saranno definite con
regolamento”. Fu rideterminata la suddivisione percentuale degli
introiti definendone la destinazione finale. E cioè: “5% per il
ripristino di immobili non riassegnabili in quanto in attesa di
manutenzione; 10% nella manutenzione straordinaria; 15% per la
costituzione di un fondo casa; 20% per la realizzazione ed il reperimento
da parte del Ministero della difesa di altri alloggi”.
Puntualizzati questi aspetti, la maggior parte del
personale si chiede: “perché non viene attivato il Fondo Casa (tra l’altro
condiviso e voluto dal Cocer con delibera 16/04)?; Perché (così come in
altre sedi) per esempio, nella sede di Roma ci sono circa 600 appartamenti
vuoti, inutilizzabili, in attesa che vengano effettuati lavori di
ordinaria manutenzione, per essere assegnati? Perché non vengono costruiti
nuovi alloggi se gli utenti versano un affitto maggiorato per questi scopi?
Questi sono solo alcuni esempi e domande che ripetute
aiutano a riflettere. Oltre alla mancanza, ad esempio, di un elenco degli
alloggi da porre in vendita, manca come su esposto il programma
pluriennale infrastrutturale. Con tutti i quesiti che il personale si pone
sulla gestione delle risorse economiche derivanti dai proventi, la
conoscenza del programma diventa indispensabile per un parere.
In questo ambito però c’è qualcosa che
non quadra.
Come è noto dopo il parere del COCER, la bozza di
decreto deve essere sottoposta al parere del Consiglio di Stato.
Quest’ultimo di recente, nelle considerazione si esprimeva come di
seguito:” Prima di procedere all’esame dello schema di regolamento, il
Collegio ritiene necessario richiedere una integrazione degli elementi
documentali allegati alla richiesta di parere. In particolare, attesa la
connessione tra i menzionati commi 627 e 629 e la cronologia degli
adempimenti fissati da dette norme, rileva che elemento essenziale per
l’adozione del regolamento in questione è la predisposizione, da parte del
Ministero della Difesa di un programma pluriennale per la costruzione,
l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio, come
espressamente stabilito dal citato comma 627, il quale fissa, altresì
anche i relativi criteri. Tale adempimento preliminare sembra essere
stato realizzato in data 1° dicembre 2008, stante l’espresso richiamo nel
preambolo dello schema di regolamento inviato per il parere, ma il
relativo documento non risulta allegato allo schema. La circostanza
osta oggettivamente all’esame del regolamento, risultando imprescindibile,
ai fini dell’espressione del parere, una preventiva conoscenza e
valutazione del menzionato programma pluriennale, alla cui attuazione è
espressamente finalizzato il regolamento stesso, a norma dell’art. 2,
comma 629 della legge 244 del 2007”.
Infine il parere si concludeva: “sospende la pronuncia del parere
in attesa di ricevere dall’Amministrazione riferente copia del
programma pluriennale predisposto dalle Forze Armate in data 1 dicembre
2008 e dei pareri dei Ministeri indicati in motivazione”.
Da una lettura attenta delle date i
conti non tornano.
Il COCER ricevette la bozza di decreto nel gennaio di
quest’anno senza che il fondamentale programma pluriennale fosse citato
nei premboli. Cioè per il COCER il programma non è mai stato stilato. Il
Consiglio di Stato ci dice, viceversa, che nel preambolo dello schema
inviato dalla difesa vi era scritto che tale programma era datato 1°
dicembre dello scorso anno.
Tirando le somme: la bozza di decreto inviato al
Co.Ce.R. non era identica a quella inviata al Consiglio di Stato. Infatti
nel cui preambolo inviato al Consiglio di Stato era citato che vi era una
programma, in quello inviato al Co.Ce.R. (nel gennaio di quest’anno)
mancava tale citazione. Inoltre il programma pluriennale era stato già
attuato in data 1° dicembre e inspiegabilmente né citato nel preambolo e
né sottoposto al parere del Co.Ce.R. così come prevede la legge.
Per quanto sopra, appena appreso il parere del
Consiglio di Stato, ho chiesto (unitamente ad altri colleghi) al
Presidente di riunire il Co.Ce.R. affinché si richieda, così come previsto
per legge, il programma pluriennale al fine di dare l’indispensabile
parere previsto per legge.
Antonello Ciavarelli, delegato del Co.Ce.R. M.M.
antonellociavarelli@libero.it
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