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<<Dietrofront
sulle pensioni degli statali: torna l'anzianità effettiva.
Nel testo della manovra estiva pubblicata
in Gazzetta ufficiale sono spariti i commi che reintroducevano i 40
anni di anzianità contributiva>> |
IL SOLE 24 ORE DEL 2/7/2009
FONTE: www.ilsole24ore.com
Salta l'anzianità contributiva nel pensionamento
dei dipendenti pubblici. La novità arriva dalla pubblicazione della
manovra d'estate, licenziata venerdì scorso dal Consiglio dei
ministri, nella Gazzetta Ufficiale del 1° luglio 2009, dove, a
sorpresa, non sono stati riproposti i 2 commi, il 25 e il 26,
dell'articolo 17, che - nel testo originario del provvedimento -
reintroducevano una sorta di "scivolo" del personale dipendente al
compimento dei 40 anni di anzianità massima contributiva.
I 2 commi superavano, cioè, le modifiche della
riforma Brunetta del pubblico impiego di marzo scorso, tornando alla
versione originale del comma 11 dell'articolo 72 della legge 133
dell'agosto 2008, che puntava a un deciso svecchiamento del pubblico
impiego, consentendo alle pubbliche amministrazioni di procedere,
unilateralmente, fino al 2011, alla risoluzione del rapporto di
lavoro al raggiungimento dei 40 anni di anzianità contributiva.
Una possibilità che non esiste più. Almeno per ora.
Nel decreto anticrisi pubblicato in Gazzetta, infatti, non c'è più
traccia dei 2 commi "incriminati".
Oggi, quindi, si torna nuovamente indietro. Alla modifica
dell'articolo 72 fatta propria dalla riforma Brunetta, che prevede
il pensionamento "forzoso" dei dipendenti pubblici al raggiungimento
dei 40 anni di "effettivo servizio". Addio, quindi, ai 40 anni di
anzianità contributiva.
Al momento, sulle ragioni di questo repentino cambio di rotta del
Governo si possono fare congetture. Una ipotesi potrebbe essere
legata ad un intervento del Quirinale in sede di promulgazione del
decreto. Una cosa, però, è certa. Facendo tornare il requisito dei
40 anni di "effettivo servizio" si restringe (nuovamente) la platea
dei potenziali pensionabili, in barba a ogni ipotesi, ventilata più
volte, specie, nel comparto scuola, di "svecchiamento"
dell'amministrazione. Infatti, nei 40 anni di effettivo servizio non
potranno più entrare gli anni (riscattati) del corso di laurea o
dell'eventuale periodo militare, come, pure, quelli di altri lavori
svolti prima della presa in servizio (purché coperti da contributi).
La cancellazione dell'anzianità contributiva non modifica la
procedura di "licenziamento", che resta sempre la stessa. Sono
esonerati dalla norma i magistrati e i professori universitari (non
più i dirigenti medici responsabili di struttura complessa previsti
dai commi saltati) e l'amministrazione è tenuta a comunicare
all'interessato (dirigenti compresi) il collocamento in quiescenza
raggiunti i 40 anni di effettivo servizio.
Serve il preavviso di 6 mesi e sono fatti salve
tutte le previsioni (pre)vigenti in materia di decorrenza dei
trattamenti pensionistici, per non far perdere al dipendente
collocato forzosamente a riposo eventuali disposizioni di maggior
favore.
2 luglio 2009
FONTE: www.ilsole24ore.com
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