DIGNITA’ DEI
SOTTUFFICIALI E RIORDINO DELLE CARRIERE:
IL TEMA CALDO
DELL’ESTATE
Di Antonello
Ciavarelli
In questa fase di
passaggio dallo strumento militare basato sulla leva obbligatoria a quello
basato sul sistema professionale, è molto sentita la necessità di un
riordino generale delle carriere, al fine di dare chiarezza in marito ai
livelli di responsabilità e rispettiva gratificazione economica
corrispondenti ai vari gradi. Poche settimane fa, inoltre, i sindacati
delle forze di polizia e i COCER sono stati chiamati dalle rispettive
amministrazioni (Ministeri Interni, Giustizia, Agricoltura e Foreste, e
S.M.D.) per confrontarsi su una bozza di disegno di legge delega di
iniziativa governativa. Per i Sottufficiali, nonostante le terminologie
eleganti e ricercate, il senso della delega rimane molto vago.
Nelle linee generali
il principio più importante su cui si deve essere chiari è che: “per
dare dignità al ruolo dei marescialli, bisogna riconoscere al grado
apicale il ruolo direttivo”, solo così si potrà creare anche
parallelamente una vera carriera amministrativa (la cosiddetta
omogeneizzazione che percepisce il ruolo Ufficiali). Infatti i
marescialli, oggi, sono in grado di sostituire gli Ufficiali inferiori e
di più.
Da anni, grazie ai
vari disegni di legge illusori, si fanno ipotesi o sogni sulle
progressioni di carriera. Ma per cercare di fare meno danni possibile è
indispensabile uscire dalle logiche dei tanti che esprimono frasi quali:”che
mi fanno, io che divento?”.
Cioè bisogna andare oltre le logiche personalistiche. Le aspettative sono
legittime, in quanto nella finanziaria 2004 furono stanziati dei fondi (da
rifinanziare nei 2 anni successivi) per il riordino delle carriere dei non
dirigenziali e non direttive. Purtroppo il rifinanziamento non è mai
arrivato e non si ha certezza dei fondi non stanziati nel oramai lontano
2003 per il 2004.
È importante però non
dimenticare che la necessità di riordino deriva principalmente per
assestare quanto successo dal ’95 in poi. All’epoca, come tanti ricordano,
i Carabinieri per salvaguardare l’esperienza e le anzianità di servizio,
guardando al futuro, procedettero a far approvare un cosiddetto periodo
“transitorio”, diverso. In estrema sintesi, la sperequazione rispetto al
“transitorio” di Esercito, Marina ed Aeronautica, non fu solo il fatto di
aver due gradi o addirittura tre se si era iscritti anche ai “fini
non utili di avanzamento”, ma
soprattutto perché fino al decreto 82/01 (con il quale fu istituita la
qualifica di luogotenente) i Carabinieri continuarono ad avanzare al grado
apicale di Aiutante con il sistema dei cosiddetti terzi, di cui alla legge
212/83, anziché per “vacanza organica”, come avveniva per le tre FF.AA..
Dopo il suddetto decreto i Carabinieri venivano promossi con sistema del
1/30° del ruolo marescialli. Che significa? In “soldoni”, se all’epoca i
Marescialli dei CC. erano all’incirca 27.000, il 1/30° corrispondeva a
circa 900, cioè quasi tutti, (ma non tutti), gli appartenenti ai corsi
che, via, via andavano in avanzamento. Di qui i salti mortali fatti dal
Co.Ce.R. durante i lavori del successivo provvedimento di riallineamento
delle carriere per “fotografare” la situazione al 2001. Questo non ha
consentito un riallineamento perfetto, anzi si era consapevoli che
sarebbero rimaste sperequazioni. Il provvedimento si rese indispensabile,
però, per promuovere migliaia di marescialli al grado apicale, così come
si riconobbe una anzianità maggiore ai marescialli capi per cui
ricevettero in largo anticipo l’omogenizzazazione al grado superiore.
Inoltre la vacanza organica che aveva bloccato l’avanzamento di migliaia
di marescialli dal ‘95 al 2001 non poteva essere sostituita con il
vecchio sistema per terzi di cui alla vecchia legge 212/83, ma al massimo
cambiarlo con il 1/30° del ruolo. In Marina il calcolo non fu difficile
farlo. I Marescialli erano 15.000, quindi, 1/30° era 500. In precedenza
con la vacanza organica venivano promossi in 50 per tutta la Marina su
migliaia. Le stesse proporzioni valevano per le altre due Forze Armate.
Premesso questi aspetti puramente tecnici, che comprimevano i risultati
nei “paletti” del paragone con l’Arma dei carabinieri, è opportuno fare
delle riflessioni.
È chiaro che in questa fase
transitoria (ancora in atto), la meritocrazia lascia il tempo che trova.
Sono tanti i colleghi professionalmente validissimi, che dopo una vita di
sacrifici, incarichi di rilievo e giudizi eccellenti, non si vedono
riconosciuta la soddisfazione anche puramente morale di arrivare al grado
apicale, di una carriera ancora non direttiva ma solo “esecutiva”.
Quanto prima è
indispensabile “sanare”, questa ingiustizia che mortifica tutta la
categoria, per poter poi affrontare bene l’auspicato/possibile riordino
delle carriere. Presso la Commissione Difesa del Senato sono stati
ascoltati gli Stati Maggiori e il Co.Ce.R. in merito ad un disegno di
legge che cerca di sanare tale problema (A.S. 934). I Consigli delle tre
Forze Armate si sono pronunciate favorevolmente a tale proposta. Anche se
in quest’ultima ci sono degli aspetti migliorabili ha sicuramente
l’importanza di tenere alta l’attenzione sia della politica (che pare
orientata favorevolmente in maniera trasversale all’interno della
Commissione), che degli Stati Maggiori.
La stessa
ratio,
però in merito alle sperequazioni e alle soluzioni succitate, deve essere
applicata anche per salvaguardare la dignità dei Sottufficiali del
ruolo Sergenti, sperequati ed arruolati con la legge 958/86 le cui
carriere, anche se non ricostruibili, per un periodo transitorio
potrebbero però sfociare nel ruolo marescialli. Sarebbe più conveniente
per l’amministrazione sotto l’aspetto economico, in quanto il sergente o
sergente maggiore ha uno stipendio simile al Maresciallo di terza. Il
sergente a sua volta sarebbe sostituito da Caporali il cui stipendio
iniziale è decisamente più basso. Sotto l’aspetto morale e professionale
ci sarebbe più motivazione e si disporrebbe di Sottufficiali esperti e
maturi.
In generale il
riordino, quindi, non può tralasciare questi punti fermi basati sulla
dignità umana del personale messa al primo posto. Sicuramente la strada è
più lunga e faticosa, che basare il tutto sulla logica dei numeri, ma i
delegati della rappresentanza militare non potranno trascurarla nel
rispetto dei colleghi e della categoria che rappresentano.
antonellociavarelli@libero.it
Antonello Ciavarelli
Delegato del Co.Ce.R.
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