Quando il 14 luglio scorso morì in Afghanistan il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, rimasto ucciso in un attentato nell’area di Farah mentre con un team del suo reggimento, l’Ottavo Genio Guastatori della Folgore, bonificava la pericolosissima statale 517 tra Farah City e Bala Buluk, scoppiarono intense polemiche intorno alla scarsa protezione dei mitraglieri dei veicoli protetti Lince.
Dal dibattito emerse che molti feriti
italiani sono proprio i mitraglieri anche se molti militari
valutano invitabile esporre un soldato sul “tetto” del Lince
per consentirgli di rispondere agli attacchi dei miliziani
mentre altri eserciti hanno protetto con blindature
metalliche e vetrate le “ralle”, cioè le piattaforme
girevoli che ospitano i mitraglieri. L’esercito britannico,
che ha acquistato 450 Lince dall’Iveco, ha ordinato a Bae
Systems delle torrette armate di mitragliatrice impiegabili
dall’interno del mezzo, con un semplice joystick per
manovrare e un bottone per sparare senza esporre i militari.
Dopo la morte di Di Lisio è emerso che anche l’Italia
adotterà sui Lince torrette simili, prodotte da Oto Melara,
mentre in tempi più brevi
dovrebbero essere installate blindature e protezioni per i
mitraglieri.
Nel mio ultimo viaggio in Afghanistan, in agosto, ho potuto fotografare a Bala Murghab i Lince italiani (seconda foto) e gli Hummer americani (prima foto).
Il veicolo italiano, costruito con criteri anti-mina, è molto più sicuro di quello americano in caso di attentato dinamitardo ma pare evidente che gli americani proteggano molto meglio i loro mitraglieri in “ralla”. Giudicate voi.
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ARTICOLO A CURA DI: gianandrea gaiani
Bolognese, 46 anni, ha seguito tutte le missioni italiane degli ultimi 20 anni. Dirige Analisi Difesa ed è opinionista del Giornale Radio RAI. Ha scritto "Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane".
FONTE:
http://blog.panorama.it
Lunedì 14 Settembre 2009