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<<Via
libera definitivo alla riforma Brunetta: «Modernizzerà l’Italia»>> |
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Roma, 10 ott. - Ieri 9/10/2009 la riforma della
pubblica amministrazione è arrivata al traguardo con il via libera
finale del Consiglio dei ministri e la benedizione del premier
Silvio Berlusconi, soddisfatto anche perché «è la prima volta che
un provvedimento così importante viene approvato in tempi così
brevi, 15 mesi appena». La legge delega è passata attraverso tutte
le tappe dell’iter parlamentare, con un consenso «bipartisan» e
un’«intesa totale» da parte delle autonomie locali, ha rivendicato
ieri il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Ma resta la disponibilità a fare degli aggiustamenti in corso
d’opera, anche perché quella che entra in vigore adesso è una
sperimentazione. «Nessuno è perfetto, anche la riforma della
pubblica amministrazione è perfettibile. La dobbiamo sperimentare
e i Comuni italiani lo faranno da subito», ha spiegato il ministro
confermando la disponibilità dell’Anci a fare partire da subito le
nuove misure e a monitorarne gli effetti.
Se ci saranno, al massimo si tratterà di
cambiamenti di dettaglio perché la riforma è un insieme organico
di misure che si tengono. C’è la trasparenza di tutte le
informazioni che riguardano la pubblica amministrazione, che
significa anche la possibilità di misurare e valutare l’attività
dei singoli uffici. Per fare questo sarà istituita una Commissione
per la valutazione e la trasparenza a livello nazionale (a costo
zero, anche se con un budget a regime di otto milioni all’anno che
saranno trovati tagliando fondi dei ministeri).
Un passaggio obbligato, se si vuole rispettare
la filosofia di fondo della «rivoluzione Brunetta», che consiste
nel «passare dalla cultura dei mezzi a quella dei risultati». In
altre parole la bussola deve essere la soddisfazione dei clienti
della pubblica amministrazione «che sono 60 milioni di cittadini».
La riforma è in positivo, hanno sottolineato sia
il premier sia il ministro presentando i contenuti a Palazzo
Chigi. «Serve a dare più dignità ai lavoratori
dell’amministrazione pubblica, più servizi ai cittadini, più
salute e sicurezza, meno code e cattiva burocrazia», ha
puntualizzato Brunetta.
Ma il giro di vite c’è tutto, anche se sarà accompagnato da premi
per chi merita. Gli incentivi economici verranno dati secondo le
ormai famose proporzioni: un quarto dei dipendenti potranno avere
il premio massimo, il 50 per cento avranno un premio ridotto della
metà e al restante 25 per cento nulla. Così come nel privato, ci
saranno anche premi attribuiti alle singole amministrazioni. Un
po’ come succede con la contrattazione aziendale nel privato.
Cardine di tutto, la responsabilità dei
dirigenti che dovranno comportarsi come «un datore» di lavoro. E
saranno penalizzati se non applicheranno le sanzioni ai cosiddetti
fannulloni (per le assenze ingiustificate ci sarà il
licenziamento, così come per le false attestazioni di malattia,
che potranno costare caro anche al medico che le certifica, fino
alla cancellazione dall’albo professionale). Poi c’è lo spazio per
la contrattazione che, nella pubblica amministrazione, si riduce.
Che è anche l’unico aspetto della riforma, criticato aspramente
dai sindacati.
FONTE:
http://www.ilgiornale.it
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SideWeb s.r.l., 10/10/2009
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