''Voi siete qui - ha ricordato - per garantire il pieno accoglimento della risoluzione delle Nazioni Unite finalizzata a far sì che la tregua sfoci nella pace. Un traguardo ancora non raggiunto al 100%, ma che - ha sottolineato - sarebbe irraggiungibile senza la vostra dedizione alla causa della pace internazionale. Quando si dice che il Parlamento italiano, e quindi l'intera comunità italiana, è con voi, si dice la verità''.
Nel suo discorso Fini ha anche osservato che ''essere militari è sempre e comunque motivo di orgoglio ma in anni passati non lo era per tutti gli italiani. Oggi lo è per tutti gli italiani degni di tale nome''. Per il presidente della Camera è un fatto positivo che ''da qualche anno a questa parte e in particolare in questa legislatura non c'è una sola forza politica contraria'' all'impiego delle forze militari italiane all'estero. E ciò ''è un segnale positivo, un segnale del cambiamento avvenuto nel rapporto tra forze armate e società''.Fini era accompagnato nella sua visita dai componenti della Commissione Difesa di Montecitorio Gianfranco Paglia (Pdl) e Federica Mogherini (Pd). Ad accogliere la terza carica dello Stato alla base di Shama, il responsabile della missione Unifil, generale Claudio Graziano e il comandante del contingente italiano, generale Luigi Francavilla.
A margine della visita il presidente della Camera ha incontrato i giornalisti con i quali si è soffermato sulla difficile situazione in Iran. ''Mi auguro che tutta la comunità internazionale e l'Unione europea - è stato il suo auspicio - si facciano carico delle risposte da fornire ai tanti iraniani che scendono in piazza e mettono a rischio la propria vita per esprimere un desiderio di libertà''.Una rivendicazione ''che nessuna valutazione all'insegna della Realpolitik può lasciare inascoltata'', ha proseguito la terza carica dello Stato, sottolineando di ritenere che ''la comunità internazionale e quindi anche il Parlamento italiano abbiano il dovere di riflettere su ciò che sta accadendo: la libertà che viene reclamata a gran voce da tanti iraniani - ha rimarcato - deve stare a cuore a tutti, e quindi anche a noi''.
Commentando poi i recenti episodi rivendicati da al Qaeda, Fini ha detto che "il terrorismo continua a rappresentare un pericolo in molte parti del mondo e anche in ragione di questi segnali non bisogna abbassare la guardia e bisogna garantire, come qui in Libano, che non parlino le armi".