La citta' potrebbe passare a controllo degli afgani a inizio 2011
Roma, 26 dic. (Apcom) - Sullo sfondo di tutto questo, però, c'è stata la guerra. Quella vera. Perché anche gli italiani, in taluni casi, l'hanno combattuta. E infatti il 2010 è anche l'elenco di un'infinita serie di battaglie, scontri a fuoco, raid aerei ed esplosioni, da nord a sud della regione ovest, da Bala Murghab a Shindand, da Herat a Farah. Ci sono state vittime italiane, un numero di feriti più alto di quello comunicato (ma solo perché non in gravi condizioni) e molti, moltissimi morti, tra i combattenti islamici.
Il livello della minaccia nell'area a responsabilità italiana resta ancora alto. A Bala Murghab i militari italiani hanno creato una bolla di sicurezza di oltre 15 chilometri per 15. Alcune migliaia di abitanti hanno potuto così fare ritorno nelle proprie case. A Herat invece, la sicurezza è migliorata decisamente e le forze locali sono in grado di gestire la situazione sempre meglio, al punto che il controllo della sicurezza in città potrebbe essere consegnato alle legittime autorità afgane nei primi mesi del 2011. Ancora difficile è poi la situazione a Farah e nell'area di Bakwa e del Gulistan. A Farah ci sono gruppi di insorti messi sotto pressione dalle forze italiane e da quelle americane. Nelle altre due aree il contingente nazionale è subentrato da poco tempo. Ci sono piccoli gruppi di insorti che andranno o "pacificati o neutralizzati": questo è l'obiettivo delle prossime settimane. Ancora una volta il bastone e la carota, l'impegno civile e quello militare, i due volti della missione italiana. Petraeus saluta i militari italiani a Farah. Natale da ricordare 26/12/2010
|