Roma, 30 dic. (TMNews) - Nel caso in cui il presidente uscente del Brasile Luis Inacio Lula da Silva dovesse negare l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, il ministro della Difesa Ignazio La Russa sarebbe pronto a sostenere "iniziative di boicottaggio". "Da parte di Lula sarebbe un atto di grande mancanza di coraggio. Perché lui se ne va ma il Brasile resta", dice il ministro in un'intervista al Corriere della Sera. La Russa lancia un vero e proprio avvertimento. "Nessuno può illudersi che una simile decisione sia priva di conseguenze", afferma. "Io lo riterrei una grande ferita nei rapporti bilaterali". Il ministro è pronto a porre "la questione al governo", dove "almeno quattro ministri hanno la stessa intenzione". Il titolare di Palazzo Baracchini è pronto ad "appoggiare iniziative che arrivano al boicottaggio". "Sconsiglierei a chiunque di andare in un paese dove gli assassini sono lasciati in libertà. E molti non comprerebbero più i loro prodotti", spiega La Russa, che si dice pronto a anche a richiamare i tre ufficiali che sono impegnati nel progetto di cooperazione relativo ai bombardieri Amx. "Battisti non si è neanche pentito. Un simile criminale non può essere lasciato in libertà", conclude il ministro.
CHI E' CESARE BATTISTI - Su Cesare Battisti pende una condanna in contumacia all'ergastolo, con sentenze passate in giudicato per aver commesso quattro omicidi, legati a doppio filo alle violenze che hanno scosso l'Italia durante gli anni di piombo. Tra le efferatezze commesse da Battisti - oltre a rapine in banca e supermercati, i cosiddetti "espropri proletari" - secondo gli inquirenti c'è l'omicidio di Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria, freddato nel 1978 a Udine. Nel 1979, l'ex terrorista rossso Battisti fu complice nell'omicidio di Lino Sabbadin, colpevole di esseresi opposto a un tentativo di rapina nella sua macelleria.
Battisti:
la
lunga
partita
dell'estradizione
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