NON CI SI ARRUOLA PIU'?
ARRUOLIAMO TUTTI. |
Nessuno
di noi, che lavora da anni nelle forze armate, si è stupito nel sentire
che l'arruolamento dei volontari sta attraversando un periodo di
profonda crisi vocazionale. Crisi che secondo noi non durerà per pochi
anni!
E'
gia' da molto tempo che stanno scappando anche coloro che già vi
lavorano. Forse non tutti lo sanno, in quanto certe cose e' meglio non
pubblicizzarle molto. Quindi non è difficile prevedere che i giovani
non vogliono arruolarsi.
Infatti
non sono pochi gli Ufficiali e i Sottufficiali che si sono congedati.
Perche? Perche' oggi giorno fare il militare non conviene piu', sia
sotto il profilo professionale, economico, normativo che sociale.
Al
militare viene chiesto moltissimo: idoneità particolari, disponibilità
incondizionata, professionalità elevata, rinuncia a moltissimi diritti
costituzionali, peggiore trattamento normativo rispetto al personale
civile dello Stato, impiego all'estero e in giro per l'Italia in
condizioni disagiate, la sua attività si svolge anche di notte e
festivi senza incentivi particolari, facilità nel ricevere sanzioni
disciplinari di corpo, deve saper guidare mezzi particolari come saper svolgere
diversi incarichi, assumere responsabilità amministrative senza
incentivi, essere sottoposto a "speciali visite mediche"
tipo
drug
test
(controllo sul consumo di droghe) e controllo dell'idoneità
annuale al servizio militare,
tenersi in forma fisica, impossibilità di associarsi in sindacato per
tutelare al meglio i propri interessi, molta incertezza sul futuro lavorativo,
ecc. ecc..
A
chi legge forse verrebbe da pensare che almeno sono pagati bene. Neanche
per sogno. Il militare in relazione alla sua specificità e al
tipo di prestazione che gli si chiede è pagato molto male. Addirittura e'
pagato malissimo se messo a confronto con i suoi colleghi degli altri
Paesi Europei!
Il
problema è molto sentito e tra il personale è reale il senso di
frustrazione, malessere e scontento. Malessere che e' aumentato anche a
cause di alcune recenti scelte fatte sul riordino dei gradi e sul contratto di
lavoro 2001, deludendo al massimo le aspettative del personale.
Con
una situazione cosi' "calda" è difficile prevedere
un'inversione di tendenza degli arruolamenti.... Oggi chi si arruola
spera poi di passare ad un'altra amministrazione: Carabinieri, Polizia
di Stato, ed altro. Non c'è una convinzione, per molti è solo un periodo di
"pausa" e di "riflessione"........
Moltissimi di loro alla fine devono rimanere
per "forza" nelle ff.aa.; i posti per passare ad altre
amministrazioni sono pochissimi.... Per chi non vuole rimanere non c'è
un futuro chiaro ... O rimani o ti congedi. Una volta congedato riparti
da zero, si ricerca lavoro........ e cosi' via... Chi poi per forza di
cose rimane non e' felice!
Quindi
si capisce che la cosa e' molto frustrante e poco allettante per i
giovani!
Un
commento particolare lo vogliamo dedicare all'articolo pubblicato qui a
fianco, apparso sul Corriere della Sera del 6 giugno.
Siamo
convinti comunque che il Gen. voleva solo lanciare una provocazione.
Pero' non bisogna scherzare su un'argomento cosi' scottante!
Forse
si vuole girare intorno al problema. In Italia non mancano i giovani che
vorrebbero arruolarsi. Mancano stipendi degni del ruolo che il
volontario e il resto dei militari devono svolgere! L'attuale
paga
non e' allettante per nessuno, anzi..............., meglio fare un
lavoro a casa propria.....
Allora
ci viene da pensare che si voglia arruolare i gay dichiarati e gli
extracomunitari per tenere bassi gli stipendi dei non direttivi? Un po'
come già avviene con i lavori offerti a basso costo agli
extracomunitari in giro per l'Italia!
Non
c'è dubbio che si segue questa strada non si arriva all'obiettivo
finale: far funzionare le FF.AA. e recuperare credibilità interna ed
esterna al Paese.
Una
soluzione? Non e' facile ma credo che aumentando la paga ai militari,
cambiando il rapporto di impiego su basi piu' "democratiche",
dandogli una preparazione professionale e motivazionale diversa, un
futuro occupazionale certissimo, forse si potrà invertire questo trend
negativo.
Il
problema degli arruolamenti ha due chiavi di lettura. Il perche' dei
giovani che non si arruolamento l'abbiamo appena snocciolato.
Sarebbe
curioso capire perche' invece gli altri si arruolano, per poco piu' di
1.000 euri al mese!
Allora
capiremo perche' gli extracomunitari forse si arruolerebbero!, dando
ragione alla tesi sostenuta dal Gen. Calligaris, che di vita militare se
ne intende!.... Pero' ne' il gen. e ne' il giornalista hanno spiegato
perche' i giovani non si arruolano. Si arrovellano la mente su come
arruolare gli altri! Se non si risolve il primo problema difficilmente i
giovani si avvicineranno di massa alle ff.aa..
Non ci
sono altre strade. Il nodo da sciogliere e': vogliamo un esercito
efficiente, competitivo a livello europeo e aumentare la credibilità in
politica internazionale dell'Italia?
Allora paghiamo bene chi vi lavora!
La mano d'opera a basso costo non ha mai prodotto buoni risultati.
In questi
ultimi anni va molto di moda il motto Napoleonico:
"La truppa si lamenta? Aumentiamo la paga ai
Generali!"..............
r.f.
FORZE
ARMATE IN CRISI: POCHI VOLONTARI
Intervista al Gen. Calligaris
dal Corriere della Sera del 6/06/2001
Apriamo
le caserme ai gay dichiarati e agli extracomunitari.
ROMA. << Perche'
no gli immigrati? >> Il Generale Luigi Calligaris, ex deputato europeo,
non è contrario all'ingresso degli immigrati nelle Forze Armate per risolvere
la carenza di volontari.
Come si potrebbe
risolvere il problema della cittadinanza?
<< Se si
comportano bene potrebbero essere premiati, dopo 5 anni di servizio, con la
cittadinanza italiana. Gli antichi romani ricompensavano con la cittadinanza
gli stranieri che servivano nel loro esercito. Gli americani l'hanno imparato
dai romani. Perche' noi non possiamo seguire l'esempio dell'antica Roma?
>>
Ci sono altri Paesi
che fanno indossare la loro divisa agli stranieri?
<< Per esempio
gli inglesi che fanno affidamento sui reparti, peraltro molto efficienti, dei
gurka. Io direi che la carenza dei professionisti puo' essere risolta con gli
immigrati e anche con i gay. Nelle Forze Armate c'è qualche gay nascosto. Io
propongo di arruolare i gay dichiarati che garantiscano di mantenere in
caserma un atteggiamento decoroso. I francesi e gli inglesi hanno avuto il
coraggio di reclutarli. In Inghilterra offrono l'opportunità della vita
militare perfino ai detenuti.
E in questo modo si
colmano gli eventuali vuoti di organico?
<< E' possibile.
Pero' devo dire che la questione dei volontari è un grosso problema di cui
doveva farsi carico il governo. Si passa dall'Esercito di leva a quello di
professione. Una riforma di portata storica per la cui realizzazione il
governo doveva sentire il dovere di impegnarsi a fondo. Bisognava
sensibilizzare i giovani, avviare una campagna per il reclutamento. Invece è
stato abbandonato tutto nelle mani degli ufficiali degli Stati maggiori. Se i
volontari arrivano lo si deve solo alla buona volontà di questi ufficiali.
>>
Lei temeva che i
reclutamenti dei volontari potevano risultare insufficienti?
<< Direi che è
un miracolo se riusciamo nonostante tutto ad arruolare un buon numero di
giovani. Per anni si e' fatto capire ai ragazzi che era meglio fare gli
obiettori invece di indossare la divisa. Risultato: alcuni corpi, come per
esempio gli alpini, stanno sparendo. I giovani del Nord, invece di fare gli
alpini, scelgono l'obiezione che ha perso la sua dignità morale ed e'
diventata un fatto di comodo.
Per mantenere in vita
gli alpini, ci mandano i meridionali. Sono stato in Kosovo e mi sono trovato
in mezzo a un reparto di alpini volontari, tutti meridionali. Gli ho chiesto
se amavano la montagna. M hanno risposto: "veramente a noi piace il
mare".>>
E le donne non
possono essere una carta vincente?
<< Non ci credo.
Le donne resteranno sempre una componente minima delle Forze Armate. Neanche
in Inghilterra sono riusciti a reclutarne quante speravano. tanto che adesso
si ritrovano con alcune navi adattate per i reparti femminili e senza donne da
insediarci >>.
M. Ne.
Corriere della Sera
del 6/6/2001
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