Roma, 27 giu. - Certo il blocco totale del turn over (divieto di nuove assunzioni di personale); quasi sicura la proroga dello stop della contrattazione stipendiale al 2014 o al 2015 (ad oggi lo stop era stabilito per legge fino all'anno 2013)... Condividi
Arriva il pacchetto-liberalizzazioni.
Il Sole 24 Ore
ROMA - Liberalizzazioni per le professioni e per una fetta dei servizi pubblici locali. Questo intervento dovrebbe rappresentare uno dei pilastri portanti del capitolo sviluppo che sarà inserito nel decreto sulla manovra da 43-45 miliardi. Il puzzle degli interventi è in uno stato avanzato anche se diverse tessere sono ancora ballerine. Sul fronte dei tagli confermati i 5-6 miliardi di risparmi nella sanità per effetto della riduzione della spesa farmaceutica e del ricorso ai costi standard, grazie ai quali verranno recuperati almeno altri 5 miliardi da ministeri e amministrazioni periferiche compresi tribunali, prefetture e motorizzazione. Sicuri i tagli per circa 3 miliardi ai Comuni che, almeno nei casi degli enti virtuosi, beneficeranno di un allentamento del patto di stabilità interno. E altrettanto sicuro è il piano di tagli ai costi della politica. Nel mirino tutte le amministrazioni e le istituzioni a esclusione della presidenza della Repubblica.
La scure, in particolare, calerà su auto blu,
voli di Stato e vitalizi e sui trasferimenti a tutti
gli organi costituzionali (Camere incluse) e alle
Authority. Viene poi reso di fatto obbligatorio il
ricorso all'election day, ovvero all'accorpamento di
elezioni (e referendum) ravvicinate. Ma il cuore del
piano messo a punto dal ministro Giulio Tremonti è
rappresentato dalla stretta sui compensi di
dirigenti, dipendenti statali e politici: a partire
dalla prossima legislatura non potranno in nessun
caso superare la media europea. Sempre dalla
prossima legislatura saranno ridotti i rimborsi ai
partiti. per le spese elettorali. Viene poi
sollecitato il Parlamento a intervenire sui vitalizi
di senatori e deputati. Una terapia che, oltre a
essere approvata dalla maggioranza, riceve un
sostanziale plauso del Pd mentre critiche giungono
dall'Idv.
Il menù dei tagli prosegue
con il giro di vite nel pubblico impiego. Certo il
blocco totale del turn over, quasi sicura la proroga
dello stop della contrattazione al 2014 o al 2015
e molto probabile anche l'estensione agli stipendi
dei dirigenti statali superiori ai 50mila euro della
riduzione del 5% già prevista per quelli sopra la
soglia dei 90mila euro. Il decreto conterrà anche la
razionalizzazione della spesa per beni e servizi e
la cosiddetta fase due del piano di riordino degli
enti con il possibile accorpamento di Ice e Enit in
una nuova struttura e forse la territorializzazione
dell'Anas e la privatizzazione della Croce rossa.
Quanto al capitolo pensioni, è praticamente certo
l'anticipo dal 2015 al 2013 del meccanismo relativo
all'aggancio dell'età pensionabile alla speranza di
vita. I tecnici del Tesoro e del ministero del
Lavoro stanno invece ancora riflettendo
sull'innalzamento a 65 anni della soglia di
vecchiaia delle lavoratrici private: alla fine
questo intervento dovrebbe passare ma con un
percorso graduale molto lento e con una decorrenza
ritardata (dal 2014 o dal 2015). Possibile ma non
ancora sicuro è poi l'aumento al 33% dell'aliquota
per i lavoratori parasubordinati. Molte più chance
ha il prelievo sulle cosiddette pensioni d'oro
mentre perde quota il semi-blocco dell'indicazione
delle pensioni sopra i 18mila euro.
Il pacchetto fiscale della manovra, oltre a
imbarcare una volta superati i problemi tecnici la
tassa sulle transazioni finanziarie, prevede un
nuovo pacchetto di misure di semplificazioni degli
adempimenti. Tra queste la riduzione dal 10 al 4%
della ritenuta d'acconto sui bonifici di Poste e
banche per i pagamenti dei lavori di
ristrutturazione e riqualificazione energetica degli
edifici. I piccoli commercianti e artigiani, così
come gli ambulanti potranno dire addio alle fatture
compilate a mano: la