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Sul versante del Servizio civile, invece, i segnali del mondo
politico sono ancora deboli. “Il governo ha soltanto accolto due
ordini del giorno alla Camera – conclude Spagnolo -. Uno si impegna
a rifinanziare quest’anno il Servizio civile con la cifra mancante,
circa una cinquantina di milioni, e l’altro riguarda il taglio
dell’Irap sul compenso dei volontari per risparmiare circa 8
milioni.
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La mini-naja è al capolinea..., resta senza fondi
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Roma, 2 gen. 2012 -
Formalmente c’è ancora, ma pare che
non abbia più fondi per il 2012. È
la mini-naja, un progetto voluto
dall’ex ministro della Difesa,
Ignazio La Russa, finanziato per tre
anni con circa 20 milioni di euro
e che a meno di un anno
dalla fine sembra non aver più
fiato. Secondo quanto spiega
Francesco Spagnolo (Tavolo
ecclesiale sul servizio civile)
“l’ipotesi è quella che siano stati
già spesi tutti i fondi per i primi
due anni perché La Russa aveva
anticipato buona parte delle
partenze nel 2011. Quest’anno ci
sono state almeno 2 o 3 scaglioni di
partenze tutte intorno ai mille
giovani”. Una situazione al momento
indefinita, spiega Spagnolo. “In
questo momento non si sa se verrà
ripetuta nel 2012 perché il ministro
della difesa Giampaolo Di Paola non
si è ancora espresso sull’argomento
e non si sa se ci saranno i soldi”.
Contestata “anche da generali e
membri dell’esercito”, aggiunge
Spagnolo, la mini-naja non ha mai
convinto, soprattutto il mondo del
Servizio civile che nello stesso
periodo in cui venivano racimolati i
fondi per far partire il progetto
voluto da La Russa, vedeva i propri
assottigliarsi sempre più. La
mini-naja è stata approvata nel 2010
e finanziata con 20 milioni, mentre
il Servizio civile nazionale ha
visto i fondi precipitare dai circa
170 milioni del 2010 ai 68 del 2012.
Quindi, mini-naja a più 20, Servizio civile a meno 100. Tuttavia i fondi per la mini-naja provenivano in gran parte dal ministero della Difesa e non utilizzabili per il Servizio civile. “Il fondo della mininaja ha due origini – specifica Spagnolo -: uno da risparmi del ministero della Difesa, l’altro da una serie di economie che lo Stato faceva tra cui fondi residui del mondo della scuola. I fondi residui comunque rimangono nelle economie del ministero della Difesa, ma sullo stato attuale delle risorse c’è una situazione poco chiara perché La Russa in questo non è stato mai esplicito e alle interrogazioni parlamentari ha sempre risposto con i riferimenti della legge. Non spiegava nulla”. Un progetto, quello della mini-naja, che ha sempre suscitato perplessità e polemiche. “Lo scopo della mini-naja era quello non tanto di investire sui giovani ma di alimentare le associazioni d’arma – aggiunge Spagnolo -, come ad esempio l’associazione nazionale alpini che, dopo la fine della leva obbligatoria, rischiava di restare senza iscritti. Queste associazioni ricevono una sorta di contributo dallo Stato in base al numero di iscritti, quindi meno ne hanno, meno soldi ricevono. Così La Russa ha inventato questa modalità: con queste tre settimane di naja automaticamente è possibile iscriversi a queste associazioni d’arma. Non solo. La Russa, poi, ha creato una sorta di associazione che si chiama “Vivi le forze armate”, un’associazione di giovani che hanno svolto la mini-naja”. Per Spagnolo, però, il progetto dell’ex ministro della Difesa ha le ore contate e qualcosa si è mosso anche in Parlamento. “Ci sono state delle interrogazioni parlamentari – spiega -. L’ultima l’ha fatta agli inizi di dicembre il senatore Ferrante che chiedeva di conoscere i risultati del progetto e quanti soldi erano stati spesi”. |