Il nucleo di finanzieri che lavora
presso l’ispettorato del del ministero
ha più che raddoppiato le indagini. I
controlli svolti sono stati 900, la metà
si è conclusa con la scoperta di
un’attività non autorizzata. Bisogna
dire, però, che i controlli non erano
casuali, ma spesso pilotati da
segnalazioni.
L’importo delle sanzioni
versato all’Agenzia delle Entrate dai
committenti, cioè i datori del secondo
lavoro, è stato complessivamente di
23.743.200,09 euro, ben dieci volte
superiore rispetto a quello verbalizzato
l’anno precedente.
E un’impennata si registra anche per
le somme indebitamente percepite dai
dipendenti e che, recuperate dalle
amministrazioni di appartenenza, sono
andate a rimpinguare i fondi di
produttività: 8.544.348,78 euro rispetto
al milione e mezzo circa del 2007.
L’operazione trasparenza avviata dal
ministro su stipendi e consulenze,
dunque, ha riguardato anche il fenomeno
del doppio lavoro, che talvolta può
essere collegato a quello
dell’assenteismo. Da qui il forte
potenziamento previsto dalla riforma
Brunetta dell’attività dell’ispettorato
del ministero della Funzione Pubblica.
Il quale potrà avvalersi per ogni tipo
di controllo amministrativo-contabile
della guardia di finanza, fino ad oggi
impegnata esclusivamente per
accertamenti sul doppio lavoro. Il
dipendente pubblico non può svolgere un
altro lavoro subordinato o autonomo se
non autorizzato. Il via libera
dall’ufficio dove è impiegato è
condizionato a due precise circostanze:
che non si incorra nelle incompatibilità
previste dalla legge (come per
l’attività libero professionale), e non
ci sia conflitto d’interessi. Nei casi
di violazione più grave è previsto anche
il licenziamento. Naturalmente, sono
escluse le attività svolte gratuitamente
presso associazioni di volontariato.
Diversi, quindi, gli identikit del
doppiolavorista non autorizzato: si va
dal lavoratore con bassa qualifica che
per arrotondare lo stipendio, come si è
visto, la sera o durante il weekend fa
il cameriere. In questo caso, il lavoro
sarebbe anche compatibile, ma se non
chiede l’autorizzazione - per pudore o
perché lo fa in nero - è perseguibile;
tra le qualifiche medio-bassi ci sono
impiegati di amministrazioni locali che
lavorano negli uffici tecnici dove si
rilasciano le licenze edilizie e che
hanno collaborazioni con le società
interessate.
Palese, in questo caso, la violazione
che presenta anche ricadute penali; tra
i livelli più elevati troviamo dirigenti
che assumono incarichi presso società
private o in consigli d’amministrazione.
A far scattare gli accertamenti
dell’ispettorato la sollecitazione
proveniente dalle amministrazioni che
sospettano di un dipendente o che
talvolta sono anche in possesso di
elementi certi. Ma anche le indagini
tributarie condotte sempre dalle Fiamme
Gialle : è il caso dello statale trovato
all’alba in un forno a fare il pane.
Molte pure le segnalazioni di cittadini:
il 50% fatte in modo anonimo, per un
altro 50% la denuncia è firmata. Spesso
con documentazione allegata con tanto di
fotografie. L’ispettorato spesso, in
questi casi, può chiedere all’ufficio
stesso dell’impiegato sospettato di
procedere ad accertamenti.
24 ottobre 2009
Lucia Manca (ansa)